Oltre venti saggi inediti dedicati alle linee di ricerca che l’economista Alberto Quadrio Curzio (nella foto insieme al rettore), in qualità di professore e studioso, ha aperto nell’analisi economica delle risorse, della distribuzione, della dinamica strutturale, delle istituzioni. È questo in sintesi il contenuto del volume Resources, Production and Structural Dynamics (Cambridge University Press, 2015), curato da Mauro L. Baranzini, Claudia Rotondi, Roberto Scazzieri e presentato il 24 settembre durante una giornata di studio in onore del professore emerito di Economia politica dell’Università Cattolica, già preside della facoltà di Scienze politiche e da poco eletto presidente dell’Accademia dei Lincei.
Ad aprire l’incontro, promosso dalla “sua” facoltà, dal Centro di Ricerche in Analisi Economica e Sviluppo Economico Internazionale (Cranec) e dalla Fondazione Edison, il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli. Nel suo intervento ha ribadito il contributo che il professor Quadrio Curzio ha dato alla ricerca scientifica, fornendo le chiavi di lettura necessarie per comprendere la complessità del mondo in cui viviamo e per interpretare determinati fenomeni economici. Un’attività di studio e ricerca perfettamente coerente con i suoi impegni accademici e istituzionali, ha detto il preside della facoltà di Scienze politiche e sociali Guido Merzoni. Il quale ne ha ricordato anche l’apertura internazionale, la capacità di innestare l’innovazione nella tradizione e l’essere promotore di un’etica della responsabilità basata sui principi di solidarietà, sussidiarietà e sviluppo.
La giornata di studio, poi, è stata l’occasione per una riflessione a tutto tondo sul tema della “dinamica economica strutturale”. Una linea teorica che apre a nuove ipotesi di ricerca, portata avanti da Quadrio Curzio fin dagli anni ’60. Si tratta, infatti, di un approccio scientifico cruciale per capire i cambiamenti nell’evoluzione del sistema economico, in quanto pone enfasi sul ruolo centrale delle interdipendenze produttive. Questo perché - come hanno ricordato i curatori del volume presenti al seminario - dà un ruolo centrale all’antagonismo-coesistenza fra producibilità e scarsità, carattere fondante dei processi di crescita sin dalla prima rivoluzione industriale proprio in virtù dello stretto nesso esistente tra progresso tecnico e utilizzo delle risorse naturali. Il progresso tecnico spesso ha ridotto le scarsità strutturali delle risorse naturali e delle materie prime, ovvero ha ridotto la loro “non producibilità”.
La relazione tra scarsità e producibilità è pertanto centrale nella dinamica di lungo periodo dei sistemi economici e pone in evidenza il ruolo centrale delle interdipendenze produttive tra differenti ambiti del sistema economico. Oggi in molte analisi sul progresso tecnico e sulle sue interrelazioni con la crescita economica si tende a sottovalutare questa dinamica. A Quadrio Curzio va sicuramente il merito di aver sempre considerato il sistema economico una struttura complessa. E di aver avuto sempre chiaro che lo studio delle trasformazioni strutturali di un’economia deve analizzare il funzionamento e il cambiamento di molti elementi, tra cui le istituzioni e il loro ruolo nei mutamenti economici.
Da questo punto di vista la sua attività scientifica risulta in sintonia con quella di altri economisti italiani che hanno posto attenzione a questo aspetto, tra cui possiamo ricordare Siro Lombardini, che il professor Quadrio Curzio ha ricordato tra i suoi “maestri” insieme a Luigi Pasinetti, che ha scritto un saggio nel volume presentato e che è intervenuto al seminario. A partire da questa concezione dell’economia, ispirata del resto all’insegnamento dei classici, il problema dello sviluppo e lo studio delle variabili e dei meccanismi che lo spiegano è, e rimane, uno degli oggetti principali delle analisi dell’economia politica, che in questa prospettiva ha pienamente il carattere di scienza sociale.
A conclusione della giornata di studio un concerto del maestro Giorgio Ferraris organizzato dal rettorato e promosso in particolare da Guido Vestuti, già docente della facoltà di Scienze politiche.
[da CattolicaNews del 13 ottobre 2015]