Le istituzioni europee viste dall'interno: gli studenti della sede di Brescia a Strasburgo e Lussemburgo
Seguendo la consolidata tradizione della sede milanese, le cattedre di Diritto dell'Unione europea e di Diritto internazionale della Facoltà di Scienze politiche e sociali della sede di Brescia hanno organizzato per la prima volta una visita presso le istituzioni europee per gli studenti dei rispettivi corsi. La visita – che si è svolta dal 16 al 18 aprile 2018 e ha visto la partecipazione di un gruppo di 28 studenti, accompagnati dalle dott.sse Chiara Marenghi, Monica Spatti e Maria Chiara Cattaneo – ha voluto completare la formazione teorica fornita nelle discipline giuridico-internazionalistiche, offrendo agli studenti una visuale privilegiata sul funzionamento di alcuni organismi europei e un contatto diretto con membri e funzionari degli stessi.
Il primo giorno è stato dedicato alla visita del Parlamento europeo. Dopo una presentazione generale del dott. Leone Rizzo, funzionario della DG Comunicazione, i partecipanti hanno avuto l'opportunità di assistere ai lavori del Parlamento, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, e di dialogare con l'On. Patrizia Toia, che ha fornito uno spaccato puntuale sulle modalità di lavoro dei parlamentari europei e offerto spunti di riflessione sul ruolo dell'istituzione nell'ambito dell'Unione.
La mattina successiva il gruppo ha visitato la Corte di giustizia dell'Unione europea, con sede a Lussemburgo, dove ha potuto assistere a un'udienza della Grande Sezione (quindici giudici) relativa alla causa Commissione c. Consiglio (C-244/17), un ricorso d'annullamento concernente la delicata questione della natura giuridica delle competenze esterne dell'Unione e del relativo equilibrio istituzionale. È seguito un incontro con il dott. Iannuccelli, referendario del vicepresidente della Corte Antonio Tizzano, che ha illustrato agli studenti alcuni aspetti della procedura e del funzionamento della Corte stessa.
Dopo una tappa nel comune alsaziano di Molsheim, il gruppo è tornato a Strasburgo, dove ha potuto assistere ad una delle rare udienze della Corte europea dei diritti dell'uomo (tenuta dalla Grande Camera), nella quale è stato discusso il caso Ilias e Ahmed c. Ungheria (ric. n. 47287/15), relativo alle violazioni dei diritti fondamentali derivanti dal confinamento in campi alla frontiera e al respingimento di due richiedenti protezione internazionale da parte dello Stato convenuto.
La visita attraverso lo sguardo di uno studente*
Dal 16 al 18 aprile ci è stato possibile visitare tre importanti organismi della realtà europea: il Parlamento europeo, la Corte di giustizia dell'Unione europea e la Corte europea dei diritti dell'uomo. Nonostante la conoscenza pregressa di tali istituzioni, affrontate in maniera precisa e dettagliata già a lezione, assistere alle udienze delle Corti e alla seduta plenaria del Parlamento è stata un'emozione molto forte, capace di coinvolgere tutti i compagni.
Più nel dettaglio, la seduta plenaria del Parlamento europeo, al momento della visita, era nel mezzo di una discussione congiunta sull'economia circolare e venivano esposte alcune relazioni in materia ambientale. Le relazioni sono state presentate dall'italiana Simona Bonafè e, specificatamente, si proponevano di modificare alcune direttive riguardanti rifiuti, imballaggi e discariche.
Al termine della seduta plenaria è stato organizzato un incontro proficuo e produttivo con l'eurodeputata Patrizia Toia, la quale si è mostrata molto interessata ai nostri studi e ha fornito risposte molto precise alle domande degli studenti e delle docenti. Anche in questa occasione è stato piuttosto entusiasmante potersi mettere in relazione con una personalità che vive l'ambiente europeo come protagonista e che ha spiegato anche alcuni dettagli meno noti sullo svolgimento di una normale giornata di lavoro al Parlamento europeo.
Per quanto riguarda invece la visita alla Corte di giustizia a Lussemburgo, siamo stati guidati dalla dott.sa Ruggeri, che si è dimostrata straordinariamente preparata e molto disponibile. Dapprima è stato possibile ascoltare (insieme a un gruppo di magistrati svedesi) la presentazione del caso, accompagnata da una serie di raccomandazioni sul comportamento da tenere durante l'udienza. Il caso, in particolare, trattava di una controversia tra Commissione e Consiglio relativa ad un accordo tra Unione europea e Kazakistan. Anche in quest'occasione, assistere in prima persona a un'udienza e vederne in atto le procedure è stato molto affascinante e produttivo.
Al termine dell'udienza è stata visitata la biblioteca della Corte di giustizia, fonte di inestimabile valore per chi intende approfondire il processo dell'integrazione europea. La visita è terminata con un colloquio molto interessante con il dott. Paolo Iannuccelli, referendario del vicepresidente della Corte, Prof. Antonio Tizzano.
Nell'ultimo giorno di visita, ci siamo recati a Strasburgo presso la Corte europea dei diritti dell'uomo, dove abbiamo assistito ad un'udienza relativa a un caso molto importante anche dal punto di vista mediatico. Il caso Ilias e Ahmed contro Ungheria riguarda infatti un argomento assai dibattuto nel panorama europeo attuale: il respingimento dei rifugiati.
La Quarta Sezione della Corte si era già pronunciata sul caso nel 2017, condannando l'Ungheria per la violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo nei confronti dei ricorrenti. Tale Paese infatti aveva espulso i richiedenti asilo in Serbia, considerato “Paese terzo sicuro”, esponendoli così al rischio di subire trattamenti inumani e degradanti. L'Ungheria è stata inoltre ritenuta colpevole di una detenzione arbitraria (durata 23 giorni) nella cosiddetta zona di transito, periodo durante il quale i ricorrenti non hanno potuto contestare né la legittimità né le condizioni della detenzione.
Nell'udienza a cui abbiamo assistito le parti hanno presentato, questa volta davanti alla Grande Camera della Corte, le loro relazioni e hanno risposto alle domande che i giudici hanno rivolto loro.
Ho tenuto a specificare l'argomento dell'udienza perché trovo che abbia un'importanza centrale e di attualità: l'Ungheria è da tempo al centro dell'attenzione per un comportamento ostile e sfavorevole alla questione migratoria. Ascoltando quest'udienza è stato possibile essere messi in contatto diretto con il problema e sono convinto che molti compagni siano rimasti colpiti e toccati dal tema trattato.
Si parla spesso di un'Unione europea ferma, statica, che appare lontana dalla quotidianità dei cittadini. Anche per chi tratta e studia gli organi e le istituzioni europee non è semplice capire le dinamiche e il lavoro che viene svolto dietro ogni singola decisione, direttiva e sentenza. Questa visita è stata molto proficua perché fatta al termine di un percorso, quello della laurea triennale, in cui noi studenti avevamo tutti gli elementi per comprendere a pieno i procedimenti e le situazioni cui ci siamo trovati di fronte. Senza dubbio ora sarà molto difficile immaginare un'Unione lontana, perché vedendola e potendo essere messi davanti ai problemi che ogni giorno passano da Strasburgo e Lussemburgo, l'idea che predomina è quella di un'Europa dinamica e in continuo movimento. Ho colto il sentimento condiviso dai compagni di interesse, grande coinvolgimento e aspettativa sul futuro dell'Unione. Alcuni di loro sognano anche di farne parte come attori principali, e, dopo aver visto con i loro occhi le istituzioni all'opera, forse ne sono ancora più convinti. In soli tre giorni si è potuto assistere alla politica e alla giurisprudenza che fa la differenza nelle vite dei cittadini europei, che si tratti di ambiente, di questioni più strettamente giuridiche o dei diritti fondamentali delle persone. Anche per le docenti è stato senza dubbio un momento proficuo e di aggiornamento, in cui hanno potuto confrontarsi nuovamente con le situazioni da loro presentate a lezione.
*Luca Masserdotti