Solo io sono malato? Una prospettiva relazionale sulla malattia
Quando una persona si ammala, una delle prime cose che fa è parlarne a chi ha vicino. Immediatamente la malattia interpella le relazioni familiari e sociali del malato. Su questo tema è stato condotto uno studio, curaton dalla prof.ssa Anna Bertoni, sulla coppia in cui un partner si ammala che sottolinea tre punti innovativi per quanto riguarda l’approccio alla malattia. Primo, la malattia è “questione di coppia”: i pazienti che hanno un partner supportivo riescono a essere più collaborativi con la cura proposta e stanno meglio. Secondo, il partner può essere definito “il paziente nascosto”: a livello di ansia e depressione arriva a stare anche peggio del paziente, soprattutto se donna. Terzo, il medico curante non è solo una figura di riferimento per la cura, ma anche una persona carica di bisogni a livello personale e professionale, ad esempio il bisogno di essere riconosciuto nella sua professionalità, il bisogno di lavorare in un clima non conflittuale con i colleghi. In tal senso risultano necessari interventi a sostegno delle competenze di chi è coinvolto nel processo di cura, in primis il partner-caregiver e il personale sanitario coinvolto.